La tradizione

Scopri…la terra della vita


Per secoli e secoli, gli abitanti della Slavonia e della Sirmia hanno gelosamente custodito, nel fondo delle loro cassapanche, il loro tesoro di tradizioni, usi e costumi, almeno fintanto che il mondo moderno non l’ha scoperto e rivalutato, estasiato dalla sua bellezza e dalla sua diversità. Oggi la cultura tradizionale della Contea di Vukovar e della Sirmia è un vero e proprio brand croato sia nella sua forma originale, sia in varie riproposizioni. L’abilità di ricamare con i fili dorati o di creare acconciature femminili tradizionali, a queste latitudini sfiora la perfezione. Qui ci si tramanda, con tanto amore e passione, l’arte di creare giacche di lana infeltrita (rekli, špenzla oppure fusekla), lunghi pastrani di panno, prodotti di pelliccia e i copricapo tipici degli Šokci (un gruppo etnico croato emigrato in Slavonia nel VII secolo). Il canto fa parte della vita quotidiana della gente della Slavonia e della Sirmia da tempo immemorabile. Ne sono testimonianza viva i tanti artigiani che fabbricano e insegnano a suonare le pive, le tambure samice e le tambure da orchestra (strumenti a corde), oltre a tutta una serie di composizioni folcloristiche per voce e strumenti tradizionali. I canti più noti, tra i quali spiccano l’effervescente bećarace lo svatovac, ancor oggi rallegrano la quotidiana quiete dei paesi; ma viene praticata e tramandata anche l’intonazione spontanea dei canti liturgici popolari, il canto delle vecchie canzoni nate nelle città e i canti che accompagnano la classica ridda (kolo) di Slavonia. Qui resiste ancora la tradizione artigianale dei maestri cerai (licitari), l’abilità nel fabbricare i listelli di legno (šindre) che coprono i tetti delle case, l’arte di colorare e decorare le zucchine a Gradište, e l’immancabile tradizione legata al kulen e al kulin, due salumi tipici della Slavonia. La Contea di Vukovar e della Sirmia ha senza dubbio il maggior numero di manifestazioni e sagre dal sapore tradizionale. Tra esse spicca l’originalissimo corteo primaverile delle filipovčice che si svolge a Komletinci, e nel quale fanciulle scalze ma vestite con gli abiti candidi della tradizione, con in mano ramoscelli di carpine pieni di foglioline invocano ogni bene per il prossimo futuro. Questa sagra è una delle 18 manifestazioni facenti parte del patrimonio dei beni culturali immateriali sotto tutela, su un totale di 118 in tutto il Paese. L’ospitalità della gente di queste terre è ormai proverbiale ed è entrata a far parte delle tradizioni locali. Per toccarla con mano, basta entrare in uno degli agriturismi nati sulla traccia di realtà che, tra gli Šokci della Slavonia e della Sirmia,si chiamavano stanovi, salaši, livade (ed erano semplicemente fattorie, masserie e cascine), oppure nei poderi delle famiglie d’origine ungherese. Da queste parti l’offerta gastronomica tipica ha raggiunto vette sublimi, con tanto di seguaci che la considerano un vero e proprio culto. Il kulen della Slavonia e della Sirmia è il re degli insaccati, mentre la rakija (l’acquavite) è il nettare degli dei e il rimedio per ogni male. Qui vale ancora quell’antico detto che recita “tieniti stretti il vecchio vino e i vecchi amici”. Le api sono creature di Dio che prosperano là dove c’è giustizia, armonia e onestà: in tali circostanze esse producono il miele e varie altre leccornie. L’anima della Salvonia e della Sirmia, insomma, è sempre allegra, ben disposta, aperta e accogliente, pronta in qualunque situazione al canto, al ballo e allo scherzo.

 

 

Curiosità


Al santuario della Madre della Buona Speranza di Šumanovci è legata una vicenda miracolosa raccontata nella poesia “Šumanovci” dalla nota poetessa Mara Švel Gamiršek, originaria della Slavonia. La poesia recita: “…Invocò l’aiuto di Maria Ausiliatrice, affinché trovasse un rimedio per i suoi occhi… Con il capo circondato da una corona di stelle, splendente come la luna, la Gospa (la Madonna), di un candore divino, venne a lei… ‘Vedi il pozzo presso la settima quercia? le domandò; ‘Vai e lava i tuoi occhi dolenti con la sua acqua…e vedrai che proverai presto sollievo’, concluse la Gospa”. La ricchezza del patrimonio etnografico della Contea di Vukovar e della Sirmia è testimoniata anche dalla Suvara di Otok, località a pochi chilometri da Vinkovci. Come abbiamo già visto, si tratta di un mulino “a secco” del XIX secolo azionato dalla forza di un cavallo da tiro, particolarmente prezioso e tutelato come bene culturale in quanto è l’unico mulino del genere ad essere rimasto così ben conservato non solo in Croazia, ma nell’Europa sud-orientale. Altra curiosità che, forse, ignorate è che le donne del passato, quando indossavano il costume della tradizione previsto per le occasioni solenni, lo abbellivano con novantanove ducati d’oro. Vi chiederete perché non cucissero, arrivate a 99, anche il centesimo ducato? Ebbene perché, in quel caso, avrebbero dovuto pagare una tassa speciale! Altra curiosità è la tradizione tipicamente croata di realizzare alcuni manufatti in legno perpetuatasi nel paese di Bošnjaci: si chiamano in vari modi (oboraka, uboraka, polosmaka, drvenki), ma sono tutti recipienti in legno in cui si conservavano i chicchi del frumento.

 

 

 

Cose da vedere


Andando per la strada dei fili d’oro a Županja e dintorni, incontrerete gli Šokci e le Šokice, vivrete gli usi e i costumi della tradizione locale e ne gusterete la saporitissima cucina. Sarà un piacere scoprire l’irresistibile fascino delle fattorie del luogo, la gentilezza dei loro proprietari e la ricchezza delle loro tavole. Da queste parti potrete vivere la giornata del mietitore, partecipando alla mietitura e alla trebbiatura a mano o con macchinari del XIX secolo; qui potrete cavalcare i cavalli della Slavonia, oppure fare un bel giro in carro o in carrozza; qui potrete trovare la vostra pace interiore, visitando uno dei tanti santuari o luoghi di pellegrinaggio.